Bassano del Grappa VI – Nuovo format per B.motion, il festival del festival Operaestate che dal 21 agosto all’1 settembre esplora i linguaggi del contemporaneo e guarda agli artisti emergenti. Quest’anno infatti non divide più il calendario in parti dedicate a danza, teatro e musica, ma propone un unico cartellone, ogni giorno interdisciplinare, così come molti fra gli spettacoli in programma.
Un programma multiplo anche per i diversi temi del nostro contemporaneo esplorati dagli artisti invitati nelle loro nuove creazioni: dal tema dello straniero all’indagine sull’identità, dalle pressioni della contemporaneità al rapporto tra modernità e tradizione, e ancora sui corpi non conformi, vulnerabili, traboccanti, e sui temi del distacco e della perdita.
Un programma da cui emerge anche l’importanza delle reti tra organizzazioni culturali, generative di nuove possibilità soprattutto verso i giovani autori e di cui il programma di B.motion dà pienamente conto con le molte creazioni nate dal networking, oltre che con un meeting dedicato proprio alle esperienze e al futuro delle reti locali, nazionali ed europee.

Il cartellone si apre sul tema dell’accessibilità, con “Delivery” di Elevator Bunker (21 e 22/8), una performance sul bisogno della felicità da una compagnia da sempre dedita ai temi dell’inclusione. E continua con la nuova creazione per i dancers di Dance Well, pratica di danza per persone con Parkinson, che dal 2013 coinvolge le comunità a Bassano e in molte città in Italia, in Europa e in Asia. Quest’anno la creazione per i dancers bassanesi è affidata all’artista inglese Chisato Ohno (22-25/8). Sul tema dell’inclusione anche “Barrani” della compagnia Corps Citoyen, dedicato ai giovani nati e cresciuti in Italia ma in bilico tra due culture (30/8).

DIALETTI E CONTEMPORANEO
B.motion conferma anche lo spazio dedicato alla traduzione scenica della drammaturgia contemporanea, presentando tre versioni del monologo di Bernard-Marie Koltès “La nuit juste avant les forêts”, affidate a Babilonia Teatro (accessibile anche nella lingua dei segni), Domenico Ingenito e Peppe Massa con Dario Mangiaracina del duo musicale La Rappresentante di Lista, rispettivamente in lingua veneta, napoletana e siciliana (dal 23 al 25/8).
Ancora un dialetto protagonista nella performance musicale di Massimo Silverio, che in “Hrudja” omaggia la sua terra scegliendo di cantare le sue liriche in carnico, accompagnate da uno straordinario impasto musicale tra folk, classica ed elettronica (22/8).

GIOCO, COMUNITÀ CORPO
Rende accessibile il teatro attraverso dinamiche di gioco invece, la compagnia svizzera Trickster-p, che in “The Game” invita a indagare e riscrivere le dinamiche economiche e di mercato su cui si fonda la nostra società (21-24/8). Il tema del gioco anche al centro del progetto europeo “Replay”, dedicato alla riproducibilità delle danze di comunità attraverso la tecnologia dei videogiochi, e che ha generato le creazioni sul tema delle coreografe Masako Matsushita e Nur Garabli (28 e 29/8).
Tra i ritorni anche quello della coreografa greca Ioanna Paraskevopoulou con “All of my love” (22/8) un’esplorazione di archivi e memorie personali; e di Baptiste Cazaux, autore di un lavoro sul distacco come strategia di sopravvivenza intitolato “Gimme a Break!!!” (23/8).
Sull’irriducibile meraviglia dei corpi non conformi: Sara Sguotti e la Dance Well dancer e scrittrice Arianna Ulian con una nuova versione di “Crepa” (24/8); sul corpo vulnerabile il nuovo lavoro di Daniele Ninarello, “Healing Together” (24/8); mentre nasce da un laboratorio con un gruppo di cittadini bassanesi over50, “Never Young”, della compagnia Biancofango, un’indagine teatrale sulle giovani generazioni (23/8).

NETWORK ITALIANI E INTERNAZIONALI
Non mancano le produzioni nate da progetti di rete e da collaborazioni con organizzazioni italiane e internazionali. Dalla rete europea Aerowaves si presentano “Bless the sound that saved a witch like me” di Benjamin Kahn, sul potere della parola e del suono; “To be possessed” di Chara Kotsali, che parte da storie di possessione per arrivare a una riflessione sulla solitudine (25/8); e “i(ce)(s)cream Boléro Femme” di Jill Crovisier, una rielaborazione del Bolero di Ravel sui pattini, centrata sui temi di controllo e tenacia (27/8).
Dalle reti italiane per la danza, in programma il lavoro vincitore di DNAppunti Coreografici, “Eat me” (studio) di Giorgia Lolli sulla rappresentazione del femminile e dalla Vetrina del Network Anticorpi XL “Come sopravvivere in caso di danni permanenti” di Francesca Santamaria (29/8) sul tema del dolore fisico del corpo che danza.
Vincitrice del Premio Scenario Periferie 2023, Valentina Dal Mas presenta “Luisa*”, su un commovente incontro con una persona speciale (27/8). Thalia Pigier, coreografa francese selezionata da Live Works, in collaborazione con Centrale Fies, con “The one who leaves is not gone” e va alla ricerca dell’origine del movimento e di ciò che resta delle influenze che ci hanno segnato (27/8).
È dedicata invece al teatro emergente italiano la rete In.Box, da cui “ILVA Football Club” della compagnia Usine Baug (28/8), una metafora sportiva per raccontare di una città “sacrificabile”.
Dalla rete Fondo per il supporto delle arti performative, il festival sceglie di presentare “Lourdes” di Emilia Verginelli, sull’esperienza della stessa autrice/interprete sui pellegrinaggi verso il miracolo (27/8).

TRA MUSICA E DANZA
Si muovono tra musica e danza “Mercurio” della coreografa Luna Cenere e del musicista Antonio Raia (28/8), creazione nata dal progetto BoNo!, partecipato dal festival insieme a Bolzano Danza, We-Start/Novara Jazz e Festival Danza Estate di Bergamo.
Nasce invece da una rete di artiste – le musiciste Marta Del Grandi e Federica Furlani, l’artista visiva Cecilia Valagussa e la coreografa Camilla Monga – “Mata Hari”, ritratto poliedrico di un’artista rivoluzionaria, in danza, musica e immagini (29/8).

FOCUS SUL FEMMINILE
Gli ultimi tre giorni sono infine dedicati a creazioni che mettono al centro i temi del femminile declinati in diversi linguaggi e sviluppi. Da “Lower” di Marina Donatone, una potente riflessione sul corpo che cade e si riprende, a “Landscape” di Elena Antoniou sul corpo-paesaggio disegnato dagli occhi di chi guarda. Dedicato all’identità e alla ricerca delle proprie radici, “Anahit” di Giorgia Ohanesian Nardin, e alle danze tradizionali come linguaggio e patrimonio comune: “Figures” di Dalila Belaza. Mentre mette al centro il difficile equilibrio tra lavoro e vita: “Mike” della pluripremiata performer canadese Dana Michel (31/8 e 1/9).
Chiudono il programma l’audiovisual concert della musicista Caterina Palazzi con l’artista visivo Kanaka in un emozionante viaggio emotivo tra quiete e tempesta (30/8) e la musica elettronica travolgente della musicista inglese Halina Rice in “New Basis”, considerata, tra gli appassionati di musica elettronica, fra gli artisti più rilevanti in ambito internazionale (1/9).

Info > www.operaestate.it

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