Si alza il sipario sul 41. Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia. E la partenza è nel segno di Berlino. Lunedì 10 ottobre viene assegnato infatti il Leone d’oro alla carriera al “giovane” regista Thomas Ostermeier (nominato a trent’anni alla direzione della Schaubühne, il più importante teatro tedesco) e il Leone d’argento (per le giovani generazioni) al collettivo artistico dei Rimini Protokoll.
In serata, appuntamento al Teatro Goldoni per “Hamlet” nella graffiante versione dello stesso Ostermeier. Il regista tedesco condensa i cinque atti in due ore e mezza, senza complessi e intervenendo sulla struttura dell’opera – triplica il più celebre monologo amletico e mette in scena il funerale del padre del principe folle. Ma soprattutto ribalta l’immagine del “pallido principe” in quella di un giovane grasso e terribile e immerge lo spettacolo in un diluvio di immagini e suoni.
Al centro della rilettura c’è dunque il paradosso di un protagonista inetto e la progressiva perdita di contatto con la realtà di Amleto, il suo disorientamento, la manipolazione della verità e dell’identità si riflettono nello stile di recitazione, che mette in primo piano la finzione e il travestimento.
