Praga CZ – Un corpo che si accosta allo strumento vivo, che fa vibrare l’aria e il legno con un’intensità che si esprime negli spostamenti danzati in un abbraccio con il violoncello. È questa appassionata dedizione alla fisicità dell’esecuzione che ha fatto della violoncellista Sol Gabetta una star internazionale.
L’artista – nata in Argentina e oggi con base in Svizzera – ha entusiasmato il pubblico del Rudolfinum a Praga con una trascinante esecuzione del Concerto per violoncello in Si minore (op. 104) di Antonín Dvořák con l’Orchestra Filarmonica Ceca diretta dal giovane Krzysztof Urbanski. Mescolando una precisione netta ad una espressività densa, la performer ha saputo evidenziare le sfumature più intime e delicate che il compositore pensò come un “respiro” e ad un tempo ha sostenuto il confronto con il finale “tempestoso” dell’orchestra.
Nella stessa serata la bacchetta di Urbanski ha guidato la Filarmonica Ceca anche nell’esecuzione della Threnody for the Victims of Hiroshima per archi del compositore polacco Krzysztof Penderecki e la potente Sinfonia n. 5 in Re minore (Op. 47) di Dmitrij Šostakovič.
visto al Rudolfinum, Praga CZ