Venezia – Coreografo eclettico, formatosi sul repertorio classico e poi autore di contemporaneo sulla scia di maestri quali Karin Waehner e Merce Cunningham, Angelin Preljočaj è oggi una delle firme più apprezzate e ricercate sulla scena europea per uno stile narrativo “teatrale” basato su un linguaggio gestuale scarno ma poderoso, dinamico e di grande fisicità.
La sua compagnia di magnifici danzatori, con cui lavora Aix-en-Provence, è ospite a Venezia – nella stagione Evoluzioni dello Stabile – con un dittico che merita la trasferta. La serata propone il classico Un trait d’union, composto nel 1989 ed entrato nel repertorio del Balletto dell’Opéra di Parigi dal 2003, che narra la costante ricerca dell’altro nel tentativo di colmare la solitudine che attanaglia l’esistenza. Interpretata da Baptiste Coissieu e Redi Shtylla, l’opera tocca – per dirla con le parole dell’autore – “la ricerca instancabile tra due esseri cleptomani che cercano vicendevolmente nelle tasche dell’incoscienza dell’altro qualcosa che possa metterli in relazione, che possa ridurre la loro solitudine e che li renda coscienti l’uno dell’altro”. La partitura coreografica è costruita sul celebre Concerto per pianoforte n. 5 di Bach, che alternando momenti di lenta suggestione ad improvvise accelerazioni è un perfetto contrappunto agli inseguimenti emotivi dei corpi in scena.
Il secondo brano, Still life, è una creazione del 2017 ispirata al tema della natura morta, che nella pittura rappresentano talvolta una allegoria del tempo e della vacuità delle passioni. I corpi dei 6 danzatori danno origine a una riflessione sul significato di fragilità, di distruzione, della guerra e del trionfo della morte, facendosi “portatori di una composizione coreografia specifica, una riflessione su ciò che questi simboli ancestrali ci comunicano al giorno d’oggi”, chiarisce Preljočaj. Il perno è dunque la finitudine umana, che sembra quasi un gioco di specchi e rimandi nascosti nella bellezza dei movimenti danzati.
La composizione è molto tecnica, con continui cambi di ritmo fra momenti lenti ed ipnotici e visionarie sequenze d’assieme, nelle quali si evidenzia la qualità dell’organico del Ballet Preljočaj, qui rappresentato da Isabel García Lopez, Verity Jacobsen, Émilie Lalande, Cecilia Torres Morillo, Baptiste Coissieu e Redi Shtylla. Il movimento è un tutt’uno con la partitura sonora, scritta da Alva Noto e Ryuichi Sakamoto. Il linguaggio coreografico ad un tempo mistico e dinamico del coreografo di origine albanese si fonde alla perfezione con le sonorità elettroniche e i violini dei due compositori, un tessuto musicale che stringe i corpi spezzandone la gestualità o sciogliendoli in abbracci sinuosi.
Un trait d’union / Still life
Ballet Preljocaj
sabato 17 febbraio
Teatro Goldoni – Venezia
www.teatrostabileveneto.it