Vicenza – “Lo straordinario talento coreografico e registico di Anželika Cholina si basa sulla capacità di comprendere il teatro, la sua estetica e la sua cultura. È una grande regista, capace di vedere la bellezza interiore, scavare in profondità nell’animo degli artisti rivelandone gli aspetti più nascosti, comprendere il paradosso alla base dell’essere umano creando una sorta di miracolo in palcoscenico”. Rimas Tuminas, direttore del Teatro Vachtangov di Mosca, cesella con queste parole il successo della coreografa di origine lituana che fin dal debutto della sua ‘Ana Karenina’ ha conquistato pubblico e critica.

Lo spettacolo tratto dall’opera di Tolstoj – in prima assoluta per i palcoscenici italiani – inaugura il 14 dicembre 2021 la stagione di danza del Teatro Comunale di Vicenza. L’Anželika Cholina Dance Theatre porta in scena sedici danzatori per dare corpo alla dimensione corale che caratterizza la grande letteratura russa, spingendo i linguaggi del teatro a dialogare con una forma di danza dal forte taglio narrativo, in linea con la potenza che da sempre sprigiona l’opera di Tolstoj. Anželika Cholina ha voluto esaltare teatralmente i nodi drammaturgici del romanzo portando in scena il grande romanzo russo attraverso il suo teatro di danza unico, originale, che unisce balletto classico e danza contemporanea.

Anželika Cholina, ha detto che la sua compagnia è formata da attori drammatici che sanno danzare. Cos’è per lei il Teatro Danza, nome che ha associato alla compagnia A|CH Dance Theatre?
Sono diplomata sia come danzatrice che come regista e all’inizio della mia carriera mettevo in scena balletti. Poi ho avuto il piacere di potermi mettere in gioco con altri generi teatrali. Ho iniziato a creare performance di danza, operette, musical, opera, rendendo partecipi di queste creazioni non solo artisti del mondo della danza. In Ana Karenina, ad esempio, gli attori Mantas Vaitiekūnas – che danza il ruolo di Alexei Karenin – e Leonardas Pobedonoscev – che danza Levin – sono sul palco a fianco della ballerina solista Beata Molytė, che interpreta Anna. È mio compito rendere impossibile la distinzione tra un ballerino professionista e un artista proveniente da un’altra formazione. Fino ad ora ci sono riuscita. Le specifiche abilità di questi artisti donano allo spettacolo i colori, le sfumature necessarie, e danno un senso di verità alla storia che si sta svolgendo.

La prima formazione è stata alla Vilnius Ballet School. Che influenza ha avuto la disciplina della danza?
La formazione come ballerina mi ha offerto una vasta opportunità nella creazione di spettacoli di danza e di opera, così come l’educazione musicale ricevuta. Ne consegue che mi risulta facile non solo creare movimenti e poterli mostrare agli artisti, ma anche poter percepire la drammaturgia dei lavori musicali.

É stata premiata sia come coreografa che come regista. Come vengono vissuti questi due ruoli?
Al giorno d’oggi non basta essere coreografi. Bisogna essere anche bravi registi nel momento in cui si costruisce un lavoro teatrale completo e con una storia da sviluppare. Mi piace creare spettacoli su opere letterali, di conseguenza è estremamente importante una visione registica. Bisogna anche avere una visione del mondo personale per poter fare emergere il pensiero dell’autore attraverso il teatro e la danza.

Il primo spettacolo creato per A|CH è stata una Medea, poi troviamo un Otello, ora Anna Karenina. Come ci si relaziona alla parola?
Non tutti i lavori letterari si lasciano interpretare dalla danza, ma nella maggior parte dei casi offrono storie interessanti da rappresentare. Quando utilizzo la trama di una specifica opera letteraria in una mia produzione, cerco di rispettare il più possibile l’idea dell’autore, con lo specifico obiettivo di portare anche il suo pensiero sulla scena.

E con Tolstoj?
Lev Tolstoj è molto eloquente e i suoi romanzi sono particolarmente adatti ad essere interpretati su un palcoscenico. É stato facile per me trasferirvi la storia di Anna Karenina. Il mio talento mi ha consentito di farlo.

Poche donne hanno coreografato Anna Karenina, tra queste Maya Plisetskaya. Qual è stato il suo approccio?
Sono giunta ad Anna Karenina quando l’ho incontrata. È stata la prima ballerina Beata Molytė, una solista estremamente talentuosa della mia compagnia, ad inspirarmi a creare questa produzione.

Russia, ambiente aristocratico, un altro secolo. Che tipo di scelte sono state fatte per accorciare queste distanze?
Dirigere un’opera in senso moderno non consiste nell’inventare nuove forme, ma nel dare forma al pensiero. Se io penso in senso moderno, anche lo spettatore non percepirà questa distanza. Per ottenere questo sono molto importanti le scenografie e i costumi. L’astratta e laconica scenografia di Ana Karenina è stata creata da Marijus Jacovskis, mio compagno di scena da lungo tempo, mentre i costumi sono firmati dal nostro modellista Juozas Statkevičius, creatore di alta moda.

Le musiche di Anna Karenina come sono state scelte?
È stato un piacere essere riuscita a percepire e udire la trama di Anna Karenina nella musica piena di ingegno di Alfred Schnittke. La sua bellezza e ricchezza di drammaticità, insieme ad altri compositori, mi hanno ampiamente aiutata a svelare il dramma e la tragedia della storia.

L’esperienza con l’Opera com’è coinvolta in questo lavoro?
Amo lo spettro che il teatro permette di coprire, di conseguenza mi piace creare grandi opere. Più attori ci sono sulla scena, intrecciati con il fato, l’azione, la musica, il dramma, più lo trovo interessante. Mi piace essere un ‘direttore universale’ e poter lavorare con qualunque genere.

intervista a cura di
Lara Crippa e Giambattista Marchetto

[il testo originale dell’intervista nell’articolo su @paroledidanza]

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...