Modena – Teatro, teatro-danza, coreografie, suoni, visioni. E ancora parole, gesti, respiri, tensioni. Si ritrovano vivi e fertili nel lavoro di alcuni tra i più noti eppure stimolanti protagonisti della scena europea (e mondiale) ospiti nel programma 2011 di VIE Scena Contemporanea Festival, che dal 14 al 22 ottobre attraversa Modena, Carpi, Vignola e Castelfranco Emilia.
Le intense giornate del festival richiederebbero una dedizione assoluta per ritrovare o scoprire le nuove creazioni di alcune tra le eccellenze del panorama teatrale contemporaneo, vecchie glorie mai domate e giovani emergenti.
Tra i protagonisti ci sono Pippo Delbono con due lavori – il forte “Dopo la battaglia” dedicato a Pina Bausch e il musicale “Amore e Carne” con il violinista Alexander Balanescu – e César Brie, in prima assoluta con un lavoro denso di immagini su “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij. Poi il regista polacco Krysztof Warlikowski con “Racconti africani” da tre tragedie shakespeariane (esclusiva nazionale), Alvis Hemanis con “Kapusvētki – Graveyard Party” ovvero il rito funebre nella tradizione lettone, il giapponese Toshiki Okada con “The Sonic Life of a Giant Tortoise” e Nacera Belaza, artista radicale che torna a Modena con “Les Sentinelles”, un lavoro sull’attesa che trae ispirazione da Il Deserto dei Tartari di Dino Buzzati.
VIE porta al debutto assoluto in Italia la performer spagnola Angélica Liddell con “Te haré invencible con mi derrota”, omaggio alla violoncellista britannica Jacqueline Du Pré, mentre Edit Kaldor (olandese-ungherese-americana) lavora sulla diversità linguistica con “C’est du chinois” e Richard Maxwell sulla visione come specchio dello stare-nel-mondo con “Vision Disturbance” (il suo debutto europeo).
Quattro grandi della scena contemporanea italiana tornano da protagonisti a VIE. Virgilio Sieni presenta il nuovo lavoro “La ragazza indicibile” (sabato 22 al Teatro Storchi) da un testo di Agamben che si rifà al mito di Kore. Antonio Latella in prima assoluta affronta due episodi del progetto “Francamente me ne infischio”, ispirato liberamente al romanzo di Margareth Mitchell Via col vento. Danio Manfredini presenta uno studio sull’Amleto, avvicinandosi per la prima volta ad una drammaturgia di repertorio classico. E poi la Socìetas Raffaello Sanzio presenta il sermone drammatico “Il Regno Profondo”, insolito sguardo sulla realtà quotidiana.
