Mira VE – Forse il debutto ravvicinato all’uscita nelle sale del film demenziale “I soliti idioti” ha portato qualcuno a fraintendere il senso dello spettacolo con cui Natalino Balasso è tornato sulla scena, nei panni di drammaturgo e interprete. L’attore polesano, infatti, ha scelto di intitolare questo lavoro “L’idiota di Galilea” e, lasciando i preconcetti sulla natura comica del lavoro di Balasso, si rileva come il suo protagonista sia più vicino all’idiozia in senso dostoevskiano che ai toni da commedia.
Il testo, scritto e interpretato con maturità, rilegge alcuni passaggi neotestamentari non senza ironia, ma mai con banalità. Accompagnato dal violoncello di Mario Brunello, l’attore polesano dà voce a tutti i personaggi: al falegname di Cafarnao che, straparlando ma con tono pacato, diventa testimone del Maestro che lo porta ad esempio per la sua povertà di spirito; un Cristo brutale e rozzo, certo il più vicino ai personaggi rustici balassiani; e poi un Tommaso ragionierino irritante, un Simon-Pietro limitato ed egocentrico, un Giuda bonario.
Passo passo, Balasso arriva così a dichiarare (a prova di idiota) la forza dei nuovi comandamenti rivolti ai poveri, agli umili, ai diseredati, impossibile da disinnescare con le briglie della civiltà che li ha traditi.
Giambattista Marchetto
Un pensiero riguardo “Il Maestro e l’idiota di Galilea”