Ai tempi di Dickens il gin era sollievo per i poveri, Francis Scott Fitzgerald sceglie quattro gin Rickey per stemperare l’atmosfera di tensione nel Grande Gatsby, mentre Ian Flaming fa bere a James Bond il Vesper in Casino Royale. La letteratura restituisce una caratteristica peculiare del gin: l’adattabilità ovvero l’identità indefinita. Veloce da produrre e dunque capace di generare cash flow, ma soprattutto flessibile nella lavorazione – l’unico vincolo imposto dai disciplinari è la prevalenza del ginepro tra le botaniche – il distillato sta vivendo una vera e propria età dell’oro.
Lo racconta un approfondimento per Lifestyle sul Sole-24Ore
Dietro ogni etichetta c’è una storia di passione e curiosità, intraprendenza e testardaggine. I Gin-maker italiani sono alla costante ricerca di nuove formule e vincono oggi tra gli estimatori del distillato per il regionalismo, la curiosità degli abbinamenti, l’utilizzo di botaniche talvolta inedite e sempre espressione della qualità Made in Italy.
Ecco 8 storie di gin maker italiani