Venezia – È stata musa e interprete straordinaria per giganti della coreografia contemporanea come William Forsythe e Mats Ek. Nureyev la volle étoile a soli 19 anni dopo il suo primo Lago dei cigni. E al di là degli episodi, Sylvie Guillem è una delle più grandi ballerine del nostro tempo, avendo segnato con il carisma della sua presenza scenica e con la dinamica straordinaria delle sue esecuzioni la storia della danza contemporanea.
Alla Guillem è stato assegnato il Leone d’oro alla carriera dell’8. Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia. È il primo Leone a una danzatrice in attività e non affermata come coreografa. La consegna avverrà nel corso del Festival, il 20 giugno nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinan, sede della Biennale.

La motivazione per l’assegnazione, proposta dal direttore del Settore Danza Ismael Ivo, rimarca: “Sylvie Guillem ha plasmato un repertorio vastissimo unendo sensibilità drammatica, potenza fisica e tecnica estrema. È a partire dalle sue doti naturali che la Guillem ha ridisegnato la figura della ballerina, sfidando le leggi della fisica con estensioni prima inimmaginabili e virtuosismi acrobatici eseguiti con estrema naturalezza. Questa artista dalla carriera sfolgorante non cessa di trionfare ancora oggi sui più importanti palcoscenici, coniugando popolarità con altissima qualità artistica”.
A Venezia e alla Biennale, Sylvie Guillem arriva – dopo una tournée che l’ha portata dall’Europa all’America – con 6000 Miles Away, un trittico di pezzi che allinea il pas de deux “Rearray” di Forsythe su musiche di David Murrow e l’assolo “Bye” di Ek sulle note dell’ultima Sonata di Beethoven; a questi due pezzi si aggiunge il duetto da “27’52” di Kylián sulle musiche di Dirk Haubrich, interpretato da Aurélie Cayla e Kenta Kojiri. Lo spettacolo sarà in scena il 22 giugno al Teatro Malibran.

www.labiennale.org

Lascia un commento