Vicenza – Incontrare l’altro-da-sé può essere un’esperienza traumatica o emozionante, ma è nell’ironia che la fisicità – di per sé un ingombro e un possibile ostacolo – trova canali comunicativi stimolanti. Perché nel gioco dei corpi emergono i sintomi di una umanità ritrovata, aperta alla dialettica creativa, capace di sorrisi, e silenzi e di un equilibrismo emotivo inconsapevole. Si muove su questa linea sottile, come un processo ad incastri, lo spettacolo Ara! che la compagnia catalana Moveo Teatro presenta come una tragicommedia sul vivere insieme.
Costruito integralmente sull’interazione instabile e asimmetrica tra sei donne e uomini sulla scena, Ara! – che in Catalogna significa ‘Adesso!’ – sembra pensato come uno schema a simmetria variabile: ciascuna individualità appare in costante contraddizione con se stessa, alternando pianto e riso, distanza e avvicinamento agli altri, quiete e tempesta. E tutto questo non per una evoluzione isterica sulla scena, ma per dare forma alla sintesi di contrari che è nella vita.
Mescolando italiano, spagnolo, francese, greco e inglese, i sei performer fanno uno sforzo intimo e plateale per ricostruire opportunità ironiche di felicità, superando le cadute e la tristezza attraverso una sorta di “nuova utopia” fatta di convivenza, di fisicità, di vicinanza, di contatto. E il ‘teatro fisico’ – di cui sono apprezzati esponenti i registi Stéphane Lévy e Sophie Kasser – diventa un efficace spiritoso mix di mimo, teatro-danza, parola poetica, musica.
Lo spettacolo induce al sorriso con leggerezza sorniona, portando in teatro un’empatia curiosa. Un plauso agli interpreti Evi Charalampidou, Olivier Décriaud, Anna Ripoll, Maria Södermark, Valentina Temussi e Oscar Valsecchi.
Giambattista Marchetto
visto al Teatro Comunale – Vicenza
Un pensiero riguardo “Lo spirito ironico nella fisicità di Moveo Teatro”