Praha CZ – Un sorriso poetico, semplice come una carezza o un dispetto infantile, permea Dolls – un lavoro fragile e dolce, con cui il Cirk La Putyka incanta il pubblico mescolando maestria tecnica e ironia. Lo spettacolo – che nello spazio Jatka78 a Praga trova una cornice ideale – ha il pregio di non perdere mai una linea drammaturgica lieve, ma coerente. E si dipana in un tessuto coreografico a tratti minimale, ma capace di lasciare in controluce il lato “atletico” del circo-teatro.
È dunque la coerenza degli stilemi e del movimento la cifra di Dolls, diretto da Rostislav Novák. L’interessante invenzione scenografica, basata su una quinta scomposta in piccoli appartamenti asfissianti, rimanda quasi alla corte interna di un grande condominio nel quale tutti si conoscono e condividono la vita. Bucando la patina tra il grottesco naif e la decadenza da periferia, il gioco delle acrobazie svela allora la tenerezza di animi semplici.
I corpi si muovono restituendo linee coreografiche polimorfe coordinate da Josef Fruček e Linda Kapetanea: dai movimenti scimmieschi si scivola all’hip hop con l’ottimo Iesu Escalante, dal contact si salta (letteralmente e acrobaticamente) agli esercizi di equilibrio hand-to-hand di Coline Mazurek e Valentin Verdure. Il passaggio forse più intenso è però quello del passo a due sul trapezio di Bellina Sörensson e Josa Kölbel, capaci di allacciare mani e corpi sospesi nell’aria.
La tensione si scioglie nelle azioni corali, tra party a base di salti e zuffe disordinate, tra un matrimonio e un ritratto di famiglia con bambolotto.
La cifra drammaturgica è però legata alla figura delle bambole e dei puppet, che diventano coprotagonisti nella confusione infantile che domina la scena. Così tutto si gioca sulla sottile distinzione – che per i bambini non conta – tra puppet e persone: tutti diventano indistintamente personaggi in una sarabanda di salti, suoni, fumi, luci. E mentre la marionetta di carne reagisce al governo dei fili per trovare una propria identità, le creature di gesso accettano giocoforza lo scambio incestuoso tra realtà e finzione. Il finale è chiosa e rivelazione, con i corpi che si allontanano denudati della finzione di scena.
visto nello spazio Jatka78 – Praga CZ
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