Venezia – Dieci giorni di programmazione – da venerdì 2 a domenica 11 ottobre – con 18 concerti che propongono 34 novità, di cui 18 in prima mondiale. È ricco di stimoli il programma del 59. Festival Internazionale di Musica Contemporanea costruito da Ivan Fedele sul tema della Memoria. “La memoria intesa come dilatazione dello spazio di riferimento dell’artista, come elemento costituente l’esperienza di ascolto, come elemento necessario al dialogo sulla musica”, ha rimarcato il presidente de La Biennale Paolo Baratta presentando il festival.
Pierre Boulez, Georges Aperghis, Helmut Lachenmann, Giuseppe Sinopoli sono i nomi di spicco della 59. Biennale Musica “Il suono della memoria“. A Boulez è riservato l’omaggio per i suoi novant’anni con un’eccellenza del violoncello come Marc Coppey (11 ottobre). Anche Lachenmann, ottant’anni a novembre, ha una presenza importante all’interno del Festival grazie all’Ensemble Musikfabrik (4 ottobre) e all’Ensemble Recherche (8 ottobre). Aperghis, autore appartato e originalissimo, pieno di ironia e dalla forte carica surreale, sarà premiato con il Leone d’oro alla carriera 2015 e al festival presenterà Machinations, opera emblematica nella quale 4 voci femminili creano una lingua immaginaria, un impasto di fonemi, oggetti, musica e tecnologia che sembra riportarci alle origini del linguaggio (10 ottobre). Al Souvenirs à la mémoire di Sinopoli, considerato una pagina destinata a restare nella storia della musica del 900, è invece dedicato il progetto di Biennale College – Musica: eseguirà la partitura un’orchestra giovanile internazionale diretta da Michele Carulli (11 ottobre).
A fianco dei grandi maestri, la Biennale Musica dà voce ai compositori delle nuove generazioni: Milica Djordjević (1984), Nina Šenk (1982),Pasquale Corrado (1979), Federico Gardella (1979), Silvia Borzelli (1978), Lara Morciano (1978), Dai Fujikura (1977), Marcin Stańczyk (1977), Luca Antignani (1976), Filippo Zapponi (1976), Benoît Chantry (1975), Aureliano Cattaneo (1974). Altrettanto presente la generazione di mezzo, con nomi accreditati come George Benjamin, Fabio Nieder, Vladimir Tarnopolski, Fabio Cifariello Ciardi, Dieter Ammann, Matteo D’Amico.
A interpretare le loro opere saranno grandi ensemble europei come Klangforum Wien, Ensemble Recherche, Musikfabrik, recentissime formazioni come la European Contemporary Orchestra (che riunisce 33 interpreti da Francia, Belgio, Romania) e lo Studio for New Music Moscow; e poi l’originale quintetto di fiati Slowind, il Lemanic Modern Ensemble, il quartetto Leonis e il trio intitolato a Josef Suk, straordinari interpreti come il duo pianistico delle sorelle turche Ufuk e Bahar Dördüncü e il violoncellista Francesco Dillon insieme a Emanuele Torquati al pianoforte. E ancora: Giuseppe Albanese, che ripercorre il pianismo ungherese nella linea che da Liszt arriva a Bartòk e Ligeti; e David Greilsammer, che con sfoggio di virtuosismo attiva un cortocircuito tra le ardue sonate di Scarlatti e il nuovo timbro della tastiera preparata di Cage.
Due appuntamenti, nel solco di Machinations di Aperghis, sperimentano in modo originale il rapporto tra lingua, suono e immagine. Si tratta di Parole di settembre – che inaugura il Festival il 2 ottobre – ispirato ai testi poetici che Edoardo Sanguineti dedicò al Mantegna, coniuga la musica di Aureliano Cattaneo e l’installazione visiva di Arotin & Serghei animata dal vivo in scena. Anche Chemical Free (?) (5 ottobre) è una performance multimediale che vede affiancati scienziati, musicisti, artisti visivi sotto la guida del compositore Nicola Sani e dal maestro dell’elettronica Alvise Vidolin.