Torreglia PD – Fior d’Arancio ovvero spumante dolce, non troppo interessante. A scardinare il luogo comune ci pensa Quota 101 con il nuovo Fior d’Arancio Docg. L’azienda agricola di Torreglia ha presentato infatti un Moscato secco che stimola papille e curiosità, un vino di grande morbidezza eppure dotato di una struttura importante. La parziale fermentazione in tonneau di rovere è il ‘segreto’ degli aromi intensi e vellutati, ma non risulta ingombrante né alla degustazione pura né in abbinamento con piatti dal sapore forte.
Il vino, prodotto con uve di Moscato Giallo, si abbina perfettamente a primi e secondi piatti aromatici e speziati. È una proposta “per palati curiosi – rimarca Silvia Gardina di Quota 101 – per chi vuole sperimentare la versatilità di queste uve”.
A Quota 101 sono orgogliosi di lavorare su un prodotto Docg unico, che si differenzia dagli altri moscato italiani per una particolare ricchezza di sentori agrumati e di frutti esotici, ma sopratutto per la mineralità legata all’origine vulcanica dei Colli Euganei.
Proprio per questo la presentazione alla stampa è stata accompagnata da una degustazione comparata con altri cinque esempi italiani di vinificazione dal Moscato.
Se il Quota 101 si presenta con un profumo sapido e corposo, per poi rivelarsi leggero ma strutturato, non troppo invadente, il demi sec trentino di Spagnolli ha sentori forti quasi sauvignoneschi e si rivela magnifico al terzo sorso; il moscato secco di Angiuli dalla Puglia ha un impatto forse troppo acido al primo sorso, forse eccessivo rispetto al profumo fruttato, ma presto il palato si adatta e apprezza; la forte gradazione del moscato giallo La Triolet dà un impatto potente, ma gradatamente il vino valdostano si affina nel boccato e convince; Mongoia stupisce di colpo, acido quasi acetato, il vino piemontese sembra forse troppo ‘stressato’; infine lo Zibibbo biodinamico delle Cantine Barbera, leggermente torbato, risulta quasi frizzante e la fermentazione sulle bucce lascia un sapore di impatto un po’ violento.