RID-KL4NG.jpgVenezia – Sono 71 novità per la scena italiana (di cui 45 in prima assoluta) e 24 opere realizzate su commissione i gioielli nel programma della Biennale Musica 2016.
Il 60. Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale, diretto da Ivan Fedele, presenta dal 7 al 16 ottobre un programma intenso tra musica da camera, grandi ensemble, orchestre accanto a jam session, dj-set, video e film in concerto, tutto secondo una visione del contemporaneo che in nome della ricerca abbraccia elettronica, jazz, folk, colto e popolare insieme.

Una autentica novità del Festival è la sezione intitolata 23 Off, che propone in tarda serata artisti provenienti da ambiti diversi. Dal mondo della musica elettronica giunge per la prima volta in Italia il giapponese Ryo Murakami (7 ottobre, Teatro alle Tese), appartenente all’ala più radicale e innovativa, che verrà premiato con il Leone d’argento per le nuove realtà musicali. Ci saranno poi i live-set del ventiduenne Yakamoto Kotzuga, alias Giacomo Mazzucato, e il duo M+A, ovvero Michele Ducci e Alessandro Degli Angioli, (9 ottobre, Teatro alle Tese), esponenti della scena elettronica più giovane ma già lanciata a livello internazionale. L’ensemble KL4NG (13 ottobre, Sala delle Colonne), costituito dai membri più spregiudicati dell’Accroche Note, reinterpreta la musica d’avanguardia anche con un dj-set, creando una tessitura tra voce, strumenti e nuove tecnologie.
Alla jazz band Locomotive (14 ottobre, Sala delle Colonne), capitanata dal sassofonista Raffaele Casarano, ospite d’eccezione Paolo Fresu, la Biennale ha affidato il compito di rileggere un materiale storico come le canzoni popolari di Venezia, conosciute come i “canti da battello” che nel 700 si diffondono in tutta Europa, in chiave jazzistica. Per quanto interamente dedicato alla musica colta, sicuramente originale è l’approccio di Repertorio Zero (12 ottobre, Sala d’Armi), un quartetto classico che si tinge di suoni elettrici, accompagnato per l’occasione dal campione del flauto Flavio Caroli.

Le commissioni – Fra le diverse commissioni della Biennale spiccano quelle a Kaija Saariaho, nell’esecuzione del Quatuor Diotima accompagnato dal clarinetto di Kari Krikku e dal pianoforte di Tuija Hakkila (7 ottobre, Teatro alle Tese); a Luigi Abbate, che dedica il brano ai 90 anni di György Kurtág nel concerto dell’Ensemble Geometrie Variabili, nato dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai (7 ottobre, Sala delle Colonne); a Salvatore Sciarrino, Leone d’oro alla carriera, eseguito dall’eclettica London Sinfonietta diretta da Marco Angius (8 ottobre, Teatro alle Tese), fra le compagini più prestigiose e più seguite dal pubblico in Europa; a Pascal Dusapin interpretato da uno degli ensemble più versatili, il francese Accroche Note (12 ottobre, Sala delle Colonne).
È fitta la presenza dei compositori italiani, con artisti di diverse generazioni: da Giacomo Manzoni, Azio Corghi e Sylvano Bussotti, a Claudio Ambrosini, Luca Mosca, Michele dall’Ongaro, Stefano Gervasoni, fino a Mauro Lanza, Vittorio Montalti, Gabriele Cosmi, per citarne solo alcuni. Il made in Italy trova interpreti dedicati in ensemble dinamici come Sentieri Selvaggi (10 ottobre, Sala delle Colonne) e Fontanamix (11 ottobre, Sala delle Colonne), e ancora nell’Orchestra di Padova e del Veneto (11 ottobre, Teatro alle Tese).

Un’ampia panoramica è dedicata alla musica americana, soprattutto quella degli ultimi anni, con autori inclini a intersecare le altre arti, dal cinema alla danza, e aperti alle influenze di tutti i generi: si va dal post minimalismo di David Lang, Julia Wolfe, Jóhann Jóhannsson, alla scena indie classical di Tyondai Braxton, Nico Muhly, Judd Greenstein e molti altri, tutti accomunati da una sensibilità “post-genre”, che ha fatto parlare di una nuova scuola newyorchese. Alfieri della scena americana sono i sofisticati Bang On A Can All-Stars (10 ottobre, Teatro alle Tese), ensemble classico ma anche rock e jazz band, e uno dei nostri maggiori pianisti, attivissimo anche negli Stati Uniti, Emanuele Arciuli (13 ottobre, Sala d’Armi).

I concerti dell’Accroche Note (12 ottobre, Sala delle Colonne), dell’Ensemble Modern (15 ottobre, Teatro alle Tese) e dell’Ensemble U (15 ottobre, Sala d’Armi) presentano rispettivamente pagine francesi (François-Bernard Mâche, Philippe Schoeller, Yann Robin), della letteratura musicale tedesca (Enno Poppe, Jörg Widmann, Arnulf Herrmann) e della meno frequentata area est europea (Helena Tulve, Tatjana Kozlova-Johannes, Märt-Matis Lill, Jüri Reinvere).

Musica e immagini – Il rapporto tra musica e immagini trova spazio in tanti concerti. Un vero connubio tra cinema d’arte e musica si compie con il concerto delle Percussions de Strasbourg (13 ottobre, Teatro alle Tese), in cui due capolavori del cinema sperimentale americano ed europeo degli anni ’20 – A Hollywood Extra di Robert Florey e Entr’Acte di René Clair – sono commentati in musica dal trentacinquenne compositore spagnolo Javier Elipe Jimeno. L’Ensemble Orchestral Contemporain (14 ottobre, Teatro alle Tese) dedica a Gérard Grisey, figura seminale della musica europea del secondo novecento, un ritratto contrappuntato delle immagini dell’artista australiano Andrew Quinn, create in tempo reale e “attivate” dai parametri sonori delle composizioni stesse. Nel concerto dei Bang On A Can All-Stars, poi, alcuni dei brani nascono con e per cortometraggi sperimentali, spesso firmati dagli stessi compositori, come Christian Marclay, che lavora sulle connessioni tra suono, rumore, fotografia, video, film, ed è stato premiato alla Biennale Arte con un Leone d’oro nel 2011 per The Clock, in cui campionava innumerevoli fotogrammi di film per un kolossal di 24 ore.

Storia e tradizione – Alcuni concerti affrontano il tema della tradizione, o del rapporto con la storia dando luogo ad operazioni originali. Il violoncellista argentino Fernando Caida Greco (8 ottobre, Sala delle Colonne) propone la letteratura tardo barocca di Joseph Marie Clément dall’Abaco in un dialogo a distanza con la contemporaneità:  intercala gli 11 Capricci di dall’Abaco a un prologo, un epilogo e 10 intermezzi commissionati a sei autori italiani (Sonia Bo, Umberto Pedraglio, Alessandra Ravera, Paolo Rosato, Alessandra Bellino, Andrea Manzoli).

I musicisti di Tempo Reale (9 ottobre, Sala d’Armi) – Francesco Canavese, Francesco Casciaro, Francesco Giomi, Damiano Meacci – oppongono alla velocità del consumo tecnologico e alla repentina obsolescenza dei mezzi informatici il recupero di quei “dispositivi” – dal giradischi al frullatore, dalle stampanti ai vecchi floppydisk – ormai lasciati ai margini per farne i protagonisti del proprio teatro sonoro, una Symphony Device in quattro tempi. Il concerto del Divertimento Ensemble (16 ottobre, Sala delle Colonne) mette al centro il rapporto complesso che tre compositori iraniani con studi in Europa – Alireza Farhang, Karen Keyhani, Mehdi Khayami – hanno con la loro tradizione musicale.

Il teatro musicale di Biennale College – Sul versante del teatro musicale, tema cruciale della musica contemporanea, verranno presentati quattro brevi atti unici – Troposfera di Francesco Ciurlo, Trascrizione di un errore di Alexander Chernyshkov, Funeral Play di Caterina Di Cecca, Il flauto tragico di Roberto Vetrano (9 e 16 ottobre, Teatro Piccolo Arsenale)  – nati dall’esperienza innovativa di Biennale College, volta a promuovere giovani talenti offrendo loro di operare a contatto di grandi maestri per la messa a punto di creazioni.
L’intenso programma è sul sito della Biennale insieme a video, teaser e interviste ai protagonisti www.labiennale.org

 

 

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