Vicenza – Spellbound Contemporary Ballet torna dunque a confrontarsi con la musica classica con L’Arte della Fuga. Il nuovo spettacolo – al debutto in prima nazionale sabato 25 febbraio al Teatro Comunale di Vicenza per il festival Danza in Rete – è infatti la sintesi coreografica del lavoro firmato Mauro Astolfi che interpreta una delle più emblematiche opere di Johann Sebastian Bach.

“Relazionarsi con i grandi compositori della storia non è qualcosa che ha a che fare con il passato ma, al contrario, significa confrontarsi con autori eternamente contemporanei. Le opere classiche, quindi, costituiscono una risorsa inesauribile, in grado di raccontare ed esaltare qualsiasi creazione” afferma Astolfi che, per sviluppare e approfondire il suo rapporto d’amore per il celebre compositore tedesco, si è lasciato affascinare dall’enigmatica raccolta di composizioni, nota anche per essere rimasta incompiuta e senza indicazioni di un organico strumentale specifico.

Partendo dall’interpretazione de L’Arte della Fuga come opera “pitagorica” proposta dal violoncellista, matematico e classicista Hans-Eberhard Dentler, Astolfi si concentra sul concetto di “fuga” nella sua accezione di “volo”, sia in riferimento alle frasi musicali sia come movimento, non tanto di ascesa al divino ma verso un Altrove. Ma più che in senso metafisico, la creazione di Spellbound Contemporary Ballet si attesta allora su una dimensione più esistenziale.

spellbound contemporary arte della fuga

“Una fuga è “fatta ad arte” se nessuno se ne accorge – evidenzia il coreografo – Se anziché scappare da qualcosa o qualcuno, mi confondo con gli altri, mi vesto come loro, uso le loro parole. La mia fuga in realtà è un’antifuga, è piuttosto una prospettiva. È il mio bisogno di guardare la vita con altri occhi. È importante scappare ogni tanto, mi aiuta ad accendere la luce su qualche “zona buia” ma non serve per rimuovere o dimenticare: la consapevolezza di quello che sono, infatti, rimarrà all’interno della mia mente per sempre, anche quando la fuga sarà finita”.

L’enigmaticità e l’incompiutezza che caratterizzano l’opera di Bach sono dunque le due traiettorie entro le quali si muove la riflessione di Spellbound. Se, come dice Aristotele nella Poetica, il principio dell’enigma è quello di collegare l’ovvio con l’impossibile, è proprio in mezzo a questi due termini, secondo Astolfi, che si manifestano le molte strade che decidiamo di percorrere durante la nostra vita, le possibilità, cioè, di fuga dal pre-stabilito. Allo stesso modo, l’incompiutezza è il perno centrale dei personaggi più marcati presenti in scena, creature mosse da un incessante vagare alla continua ricerca di un’identità. In questo percorso fra enigmaticità e incompiutezza, dall’originaria ispirazione classica la nuova produzione di Spellbound Contemporary Ballet trae il più forte legame con la condizione umana del mondo contemporaneo.

L’ARTE DELLA FUGA
coreografia Mauro Astolfi per Spellbound Contemporary Ballet
interpreti Lorenzo Capozzi, Alessandro Piergentili, Miriam Raffone, Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Mateo Mirdita, Anita Bonavida, Martina Staltari
musica J.S. Bach

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