Vicenza – Un grande ritorno per Moving Souls, la sesta edizione di Danza in Rete Festival a Vicenza e Schio. Dopo Anna Karenina, presentato lo scorso anno per la prima volta in Italia, la coreografa lituana Anželika Cholina torna a Vicenza con la sua danza narrativa.
Venerdì 14 aprile alle 20.45 debutta in prima nazionale La Dama di Picche con la compagnia Anželika Cholina Dance Theatre (A|CH Dance Theatre), nuova creazione ispirata all’omonimo racconto di Aleksandr Pushkin del 1834 e tradotto in musica da Tchaikovsky, al quale si aggiungeranno nella coreografia brani di Rachmaninov e di Prokofiev.

La Dama di Picche di Anželika Cholina (ph D. Matvejev)
foto di scena da La Dama di Picche di Anželika Cholina (ph D. Matvejev)

LA NARRAZIONE DEI VIZI UMANI
La storia ne La Dama di Picche – un racconto ritenuto da Dostoevskij un capolavoro dell’arte fantastica in quanto narra i vizi umani come l’avidità, l’indifferenza e l’ipocrisia, oltre al desiderio di arricchirsi senza troppi sforzi – ruota attorno al personaggio di Hermann, ufficiale di origine tedesca, povero e ambizioso, ma che spera di poter dominare il gioco d’azzardo. Lo pensa, al punto da credere che, se scoprisse i segreti del gioco delle tre carte, si aprirebbe per lui una miniera di fortuna e di felicità. Diventato ricco, il favore della donna della quale è innamorato. Spinto da questa illusione, l’ufficiale vede inizialmente le cose andare per il verso giusto, ma il demone del gioco si impossesserà sempre di più di lui, fino al tragico epilogo.
Su questo impianto narrativo, Anželika Cholina approfondisce in particolare il personaggio della Contessa, allo stesso tempo motore dell’azione, vittima, e carnefice che conduce Hermann all’autodistruzione, vittima del gioco da lui stesso elaborato.

foto di scena da La Dama di Picche di Anželika Cholina (ph D. Matvejev)
foto di scena da La Dama di Picche di Anželika Cholina (ph D. Matvejev)

LINGUAGGIO MULTIFORME
La coreografa e regista propone una personale lettura del racconto di Pushkin che invita ad un’analisi dell’attualità e delle aspirazioni delle generazioni più giovani. Il tutto, secondo un linguaggio originale, in cui si intrecciano elementi di danza classica, danza moderna e teatro. Un’attitudine alla contaminazione, questa, che la coreografa lituana fa risalire alla sua formazione di regista e che la porta, nelle sue creazioni, a voler rendere impossibile per lo spettatore distinguere tra danzatori professionisti presenti in scena e altri artisti di differente formazione. Questo, ritenendo che la presenza simultanea sul palco di percorsi e attitudini differenti porti profondità e verità agli spettacoli.
Appassionata di letteratura, e della “traduzione” di romanzi e racconti nei linguaggi coreutici, Anželika Cholina è una convinta assertrice dell’opportunità per i coreografi di sviluppare anche competenze alla regia, e della necessità di conoscere profondamente gli autori per trasporre in danza il loro pensiero sul palcoscenico: riesce così a creare i suoi spettacoli che portano i linguaggi del teatro a dialogare con una forma di danza dal forte taglio narrativo. Al rispetto delle fonti aggiunge una visione moderna, che accorcia le distanze, grazie alle scenografie di Marijus Jacovskis e ai costumi di creatori di moda, come Olga Filatova. Un lavoro visivo che spazia tra i generi artistici nel desiderio di essere una “direttrice universale”.

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