Praga CZ – Tensione e vigore sciolti in un amalgama liquido di corpi e simboli. Il gesto incarna violenza e dolcezza, vibra di opposizioni battenti e rimandi calibrati. E come in un vortice scomposto e gassoso, il movimento preciso sinuoso si staglia su uno scenario disegnato dai corpi.
È uno spettacolo fatto di emergenza e contrasti Last Work, la coreografia firmata da Ohad Naharin per la Batsheva Dance Company, che ha debuttato a Tel Aviv nel giugno 2015 e subito è approdato a Praga.
Coinvolgendo tutti i 18 membri del corpo di ballo principale, dunque mettendo assieme grande qualità tecnica ed esperienza, Naharin esplora lo spettro delle emozioni che scaturiscono dallo confronto/incontro dei corpi. Emergono allora tensioni spasmodiche, movimenti che portano all’estremo muscoli e tendini, dando sfogo a una nostalgia dei corpi animali ingenui e autoreferenziali. I danzatori appaiono solisti dispersi e, appena un istante dopo, aprono al dialogo nel gruppo quasi assecondando le forzature di una incontenibile attrazione centripeta.
Con un lavoro che richiama la biomeccanica e allo stesso tempo riprende le fila del percorso comune di Naharin con Hofesh Shechter, la coreografia incastona i corpi in una scenografia vivente e capace di un impatto visivo potente. Il movimento è dirompente e sembra autogenerarsi, senza volontà e allo stesso tempo con la folle predeterminazione di un formicaio nel quale ogni assolo diventa negazione della solitudine.
Last Work parla allora di conflitti e di pace, di scontri che si sciolgono all’apparire di una bandiera bianca – non più simbolo, ma necessità esistenziale. E nel finale le solitudini immobili si saldano come nodi portanti in una rete che si crea in un crescendo di suoni, spasmi, silenzi, emozioni.
visto al Hubední divadlo Karlín di Praga CZ (evento conclusivo del festival Tanec Praha)
L’ha ribloggato su Immagini Inscena.