Torino – C’è la storia dimenticata della vigna di Leonardo a Milano e ci sono leggende dedicate alle vigne imperiali di San Venceslao che nel X secolo si inerpicavano verso il castello di Praga. A Vienna furono i Romani a portare i vigneti e oggi nell’area urbana si estendono per 690 ettari coltivati da “vignaioli urbani”, mentre i filari a Clos Montmartre li avevano piantati i Benedettini e anche a Siena alcuni vitigni antichi si son salvati grazie ai monaci, così come a Venezia le uve sono coltivate dal XIII secolo nel chiostro di San Francesco della Vigna.
Ecco un itinerario tra le vigne urbane, oggi riunite sotto il cappello della Urban Vineyards Association – la rete internazionale nata per mettere in sinergia il lavoro di questi particolari vignaioli che, all’ombra di palazzi e monumenti, coltivano uve intrise di storia e bellezza – si tratta invece di tutelare il patrimonio storico, enoico e paesaggistico rappresentato dalle vigne situate all’interno dei centri abitati.
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